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Prende vita la Rete Internazionale dei biodistretti

lentepubblica.it • 18 Dicembre 2014

Quella che si è svolta tra il 12 e il 14 dicembre alla Città dell’Altra Economia di Roma e a Corchiano, una delle dieci comunità viterbesi che nel 2013 hanno dato vita al Biodistretto della Via Amerina e delle Forre, è stata una tre giorni intensa e ricca di contenuti e di prospettive per i biodistretti e per coloro che desiderano e lavorano concretamente per affermare un modello di sviluppo territoriale integrato, sostenibile, partecipato e condiviso.

Tante le delegazioni italiane ed europee presenti. Tra queste, le rappresentanze del Cilento, della Valle Camonica, di San Gimignano, di Greve in Chianti, del Chianti storico, delle Valli Valdesi, della Val di Gresta, del Biodistretto Etneo e di Paesi europei come Francia, Portogallo, Austria, Slovacchia, Ungheria e Albania. Così come numerose sono state le tematiche oggetto di confronto e riflessione.

Dalle buone pratiche ambientali e sociali all’ biologica, dalle energie rinnovabili alla bioarchitettura, dalla innovazione tecnologica, di processo e nelle relazioni umane ai nuovi modelli economici di tipo comunitario. Per non parlare poi della necessità di costruire «dal basso» le condizioni per una governance territoriale democratica.

Particolare attenzione è stata riservata alla sviluppo rurale, alla questione dei mercati, alla tutela dei beni comuni e allo sviluppo territoriale integrato. Per tutto questo, è nata la Rete internazionale dei biodistretti, la INNER, International Network of Eco Regions, una associazione che mira a contribuire alle politiche e ai programmi di sviluppo integrato e sostenibile del territorio.

Chiaramente, in armonia con gli obiettivi generali in materia di coesione economica e sociale dell’Unione Europea e in coerenza con le risoluzioni delle Nazioni Unite in tema di sviluppo sostenibile e di sovranità alimentare dei popoli. Pertanto, la Rete, promossa in Italia dall’Associazione italiana per l’agricoltura biologica, si propone di sviluppare e rafforzare un coerente quadro di coordinamento delle strategie di sviluppo dei biodistretti. Strategie finalizzate al miglioramento della qualità della vita dei cittadini, in particolare di quelli residenti nelle aree rurali, alla valorizzazione dello straordinario patrimonio materiale e immateriale delle comunità, e ancora, all’accrescimento delle opportunità occupazionali e della qualità del lavoro.

Nello specifico, il Network vuole contribuire a: migliorare la presenza e il collegamento delle produzioni tipiche e di eccellenza dei biodistretti con i mercati extra locali e con i consumatori delle aree urbane nazionali ed estere attraverso nuovi canali e strumenti di commercializzazione; promuovere e supportare i produttori della filiera agroalimentare dei biodistretti nell’ambito di progetti e iniziative di innovazione organizzativa e tecnologica in cooperazione con centri di ricerca, università, servizi di assistenza tecnica, consulenza e formazione nel quadro di programmi e iniziative nazionali, comunitarie e internazionali; diffondere informazioni, comunicazioni e scambi di esperienze tra i diversi operatori sociali ed economici sull’utilizzo di tecniche di produzione atte a garantire qualità e sicurezza degli alimenti, riproduzione e razionalizzazione delle risorse naturali impiegate, riduzione dell’inquinamento e benessere animale; sostenere la creazione e il consolidamento di filiere locali di energia rinnovabile attraverso il monitoraggio delle tendenze tecnologiche dei sistemi energetici e la facilitazione dei rapporti con gli enti e i centri di competenza nazionali; promuovere e assistere i biodistretti nella diversificazione delle attività economiche e dei servizi; accrescere e migliorare la qualità dell’offerta turistica dei territori attraverso modalità innovative d’integrazione tra risorse naturali e culturali, favorendo l’ospitalità diffusa; facilitare la diffusione di buone pratiche realizzate nei biodistretti relative alla tutela del territorio e dei beni comuni tra le comunità locali; favorire le attività di manutenzione del capitale naturale, la prevenzione dei danni da dissesto idrogeologico, incendi e perdita di biodiversità, la capacità di resilienza delle collettività locali, l’adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici, la creazione di servizi eco-sistemici; promuovere, coordinare e gestire programmi, progetti, piani d’azione e iniziative di alta formazione, anche e soprattutto in collaborazione con università e istituti di ricerca; promuovere programmi di partenariato nazionale e internazionale tra biodistretti, esperienze di sviluppo locale fondate sul biologico e iniziative di cooperazione.

Di sicuro, la Rete internazionale dei biodistretti, straordinario contenitore di proposte e di buone pratiche, sarà uno strumento in grado di avviare il  cambiamento economico e sociale, e di progettare il futuro. Un futuro nel segno della sostenibilità, della partecipazione e della democrazia.

 

 

FONTE: Associazione dei Comuni Virtuosi

 

 

TERRENO

 

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